sabato 9 aprile 2016

Donne e violenza ultimo rifugio degli incapaci

Sono le 4 del pomeriggio.
Venerdi.
La giornata si é completamente trasformata.
Splende un sole caldo e rassicurante nel cielo, ma questa mattina siamo tutti usciti controvoglia; una pioggia fitta e fredda ci aspettava in strada.
Ciò nonostante ci siamo svegliati come al solito e siamo venuti al lavoro. 
Mi trovavo nella hall dell' impresa ad aspettare l'ascensore che nn arriva mai quando é arrivata lei. Portava il passeggino di suo figlio, vuoto.
Come tante mamme fanno la mattina, veniva di corsa dalla guarderia dove aveva appena lasciato il suo bimbo. 
Aveva le lacrime agli occhi, uno sguardo triste.
Non riuscì a trattenersi e all'incontrarsi con il mio saluto scoppiò in pianto.
Pochi secondi fino al suo piano.
Ho potuto captare la sua disperazione. Il bimbo, dice, era tutto bagnato, l'ho dovuto cambiare dalla testa ai piedi. 
La saluto di fretta ma non smetto di pensare a quegli occhi .
Tolgo cappotto e sciarpa e sono di nuovo da lei.
Chiamatela empatia, complicità di mamma ma so esattamente cosa sta provando.
É un misto di tristezza e senso di colpa, stanchezza e angoscia.
Quando sei sola e così devi crescere tuo figlio, ti trovi spesso a fare i conti con questi momenti.
Lo sappiamo bene noi che abbiamo lasciato il nostro paese e viviamo lontano dalle nostre famiglie.
É dura.
Doppiamente dura. 
Ma c'è dell'altro nella sua storia mi racconta.Un'ombra ancora più oscura con la quale molte donne devono convivere.
La violenza maschilista.
Per la violencia de genero in Spagna (che si riferisce cioè specificatamente a un tipo di violenza contro un individuo o gruppo basata sul suo genere sessuale) sono stati istituiti da anni, su tutto il territorio nazionale, tribunali speciali dedicati esclusivamente a questo tipo di reati con un conseguente miglioramento della gestione delle cause e quindi uno snellimento dei processi che arrivano quasi sempre a condannare l'accusato.
Provvedimenti questi che mi rincuorano, ma sono ancora troppi i casi di violenza sulle donne e i femminicidi fra le mura domestiche e fuori.
Le donne stanno iniziando a denunciare di più, almeno qui in Spagna, ma spesso non lo fanno perché hanno paura sia della reazione del loro carnefice sia di danneggiare i figli e si fanno assalire dai sensi di colpa.
Molte denunciano dopo aver subito anni di violenza quando i figli sono ormai grandi e nell’età di capire quello che succede.Ma questa attesa del momento “giusto” può risultare rischiosa perché la spirale di violenze può diventare frequente fino a raggiungere, molto spesso, estremi come l’assassinio.
Il modello maschilista potrà lentamente scomparire solo se la donna potrà conquistare dignità nella quotidianità, sia in ambito privato che in quello professionale. 
I suoi diritti sono uguali a quelli dell’uomo, non c’è differenza.
Alla base della violenza è la mancanza di rispetto da parte del maschio. 
Come mamma di una figlia femmina mi impegno ogni giorno perché la mia bambina cresca forte e indipendente, si ami e si rispetti come persona e faccia lo stesso con gli altri senza pregiudizi di razza, sesso o religione. Chiedo a tutte le mamme di figli maschi di fare lo stesso e di insegnargli fin da piccoli il rispetto delle donne.
E' nostra responsabilità crescere i nostri figli perché costruiscano un mondo migliore di quello che gli abbiamo lasciato.

Lei, ha denunciato e questa volta non ritirerà la denuncia come in passato, otterrà una orden de alejamiento (ordine di allontanamento) e, spero, anche l'affidamento esclusivo del suo angelo. Uomini così hanno tutto il mio disprezzo e non si meritano di avere a fianco una Donna neanche per un attimo.

Laura

mercoledì 6 aprile 2016

Pazienza! Ovvero quando quasi quasi abbiamo lasciato il pannolino



Non avevo ancora scritto il mio feedback sull'abbandono del pannolino di Surya perché non ne siamo ancora fuori al 100%.
Se c'è una cosa che sto imparando da questa esperienza é che la rimozione del pannolino è un processo che richiede tempo e per farlo si deve eseguire un lavoro educativo intenso e impegnativo che lavora sull'attenzione e il linguaggio, motivando l'interesse per l'apprendimento e favorendo la conoscenza dello schema corporeo.
Nientepopodimeno che porre le basi che contribuiranno allo sviluppo del bambino per ottenere una maggiore indipendenza da adulto.

Ho capito anche che il bimbo oltre alle condizioni fisiologiche deve trovare la maniera di sviluppare tutta una serie di meccanismi.Per esempio stabilire un canale di comunicazione verbale che va dalla comprensione all' utilizzo delle parole relative al bisogno, la capacità di imitare, esprimere sentimenti e stabilire delle connessioni ( asciutto / bella sensazione - bagnato/ sensazione di disagio). 

Altro elemento fondamentale é il coinvolgimento del bambino nel processo, parlargli chiaro utilizzando un linguaggio semplice però deciso. Io a Sury dico ' vedi non hai il pannolino, se devi fare pipì dillo a mamma e andiamo insieme al bagno'.
Così facendo, le insegno la cooperazione e la collaborazione. 

Lessi poi, sempre nelle mie ricerche su internet, che il momento topico della deposizione andava celebrato con una manifestazione esplicita come un gesto o una canzone. Così abbiamo fatto! E tutti e tre, io Lorenzo e la Surya, a pipì fatta ci prendiamo per mano e facciamo un girotondo cantando una cantilena che sembra piacerle tantissimo! ' ha fatto la pipì, ha fatto la pipì, ha fatto la pipì'. 
L'emozione provata quando per la prima volta ha fatto la kakka nel vasino (orinal) e paragonabile solo a quella provata il mio ultimo giorno di scuola.

Immensa.

Ciò che invece é da evitare sono l'imposizione o la fretta. Quindi calma e pazienza perché non c'è il bisogno urgente di mettere una soluzione immediata ma anzi bisogna usare l'errore come un'opportunità per imparare . 
Non usare mail la punizione o arrabbiarsi (anche questo lo lessi) e correggere con amore senza trasmettere sensazioni di vergogna o umiliazione.Un bambino che si bagna, ha avuto una fuga, non é sporco!

Un paragrafo a parte se lo merita la tenacia! Questa sconosciuta a mio marito! La tentazione di rimettere il pannolino sarà forte vedrete. Ma bisogna resistere.Credo che non ci sia nulla di peggio in tutto questo processo che l'incoerenza che trae in inganno i bambini, li confonde e che immediatamente fa retrocedere di 3 i 4 passi faticosamente conquistati.

Sury sembra essere entrata nel loop comunque e da sola spesso si toglie il pannolino che mettiamo solo di notte ormai.
Alla guarderia, mi dicono, si comporta benissimo anche perché loro cercano di portarla al bagnetto ripetutamente durante la giornata.

Siamo sulla strada buona, vedo la luce in fondo al tunnel e sono orgogliosa.Della mia piccoletta e delle sue conquiste, ma anche di questa mamma scapestrata e un po' isterica che, non senza fatica, sto diventando.

Abrazos.
Laura
;-)

La foto é la copertina del libro illustrato di Émile Jadoul che racconta la storia del piccolo pinguino León che tutte le notti sveglia, prima mamma e poi papà, per andare in bagno fino a che un giorno decide che può farlo da solo.
Carinissimo!
Il link a macrolibrarsi per comprare la versione in spagnolo.Non credo ci sia in italiano.
Qui una selezione su Amazon di libri illustrati sul tema Pipì e Popò!